Quello del 22 e 23 ottobre 2022 è stato un fine settimana importante per il Kendo Roma. E non importante come lo sono tutte quelle occasioni che ci trovano impegnati in una competizione, un seminario o un esame. No e comunque non solo, c’è di più. Questo fine settimana è stato per noi un primo traguardo, la conclusione di una prima fase che personalmente avevo previsto in cinque anni, diventati poi sei a causa dell’anno sabatico causato dal covid. La fase più difficile, quella delle radici, delle fondamenta. Partendo da praticamente zero l’impegno di questi anni è stato essenzialmente quello di costruire una solida base sopra cui poter edificare un castello sempre più solido e resistente. La fase più difficile e delicata. Quella per il cui ottenimento – con l’aiuto insostituibile del nostro vicepresidente, Fiammetta Gualtieri e di Enrico Banchetti – ho dedicato tutto il mio tempo libero e tutto il mio impegno, arrivando finanche ad abdicare alla mia pratica personale; nel nome di un bene comune che, Cicerone dixit, “suprema lex esto”. E questo fine settimana a Modena ho visto il tramontare di questa prima fase che prelude all’inizio della seconda, a cui già stiamo lavorando. Curioso come nella vita di un club di arti marziali non si faccia in tempo a raggiungere un risultato che già si pongano le basi per gli obiettivi futuri. Quanto fatto ieri diventa subito storia che bisogna lasciarsi velocemente alle spalle, guardando avanti verso nuovi traguardi.
Nello specifico delle gare, sabato 22 abbiamo partecipato ai Campionati Italiani Kyu con sette atleti: Jacopo Iaria, Edoardo Fellico, Gabriele Petti, Davide Scarano, Giorgio Betti, Alessandro Marchini e Leonardo Spinella. In verità ce ne sarebbe stato anche un ottavo, Jacopo Marchioro, che purtroppo compiva sedici anni il giorno dopo, non potendo così partecipare alla competizione per una questione di poche ore di differenza. Marchioro è voluto venire comunque pur sapendo che non avrebbe potuto partecipare, per supportare i suoi compagni di squadra e fare la riserva nella gara del giorno dopo, capendo da subito sia la mentalità che è necessario tenere al Kendo Roma, che il profondo senso di appartenenza che conforma di sé la nostra compagine umana. Mettersi al servizio della collettività, la natura più alta della pratica comunitaria ben incarnata dalla figura del motodachi; laddóve il singolo è importante solo in quanto metro di misura del gruppo. Dove l’Io viene sempre dopo il Noi.
La competizione vede Fellico, Petti e Betti non uscire dal girone iniziale, mentre gli altri quattro accedono alla fase a eliminazione diretta. Iaria riuscirà ad arrivare agli ottavi e Scarano ai quarti, dove viene eliminato nello scontro fratricida con Spinella. Dall’altra parte del tabellone Marchini arriva in finale dove trova proprio Spinella.
È una finale tutta targata Kendo Roma, dove a vincere è tutto il club. Si concluderà con la vittoria di Spinella per due a zero. Oro e argento hanno la criniera del leone e solo colorati di gialloblu.
Domenica è il turno della competizione a squadre da tre. Presenti per il Kendo Roma: Orazio Di Maio, Cristiano Desideri, Giorgio Betti e Jacopo Marchioro. Purtroppo il girone iniziale è proibitivo, la Dea bendata non è affatto benevola con noi – ma quando lo è mai stata in realtà? – portandoci a misurarci prima con il Sei Chu Do Brescia, che sarà incoronato campione nazionale alla fine della giornata; e il Jofukan Firenze, non entrato nel podio dopo aver eliminato agli ottavi la corazzata del Kuma no Kai Catania ed essere stato a sua volta eliminato dal sorprendente e sempre pericoloso Kendo Savona, che finirà a disputare la finale contro il Sei Chu Do Brescia. I nostri due incontri non hanno storia, essendo troppa la differenza che ci separa dai nostri avversari. Ci si batte con valore, cercando di concedere meno terreno possibile al nemico, ma alla fine si capitola – Wir Kapitulieren Niemals!
Di Maio si classifica infine per partecipare ai Campionati Italiani Individuali 2023.
Questa grossomodo la sintesi sportiva di questi due giorni di gare, pieni di emozioni, di sudore e di lacrime; con l’esperienza che si matura partecipando, perdendo o vincendo. Tanti altri mattoncini che si vanno ad aggiunge alla costruzione dell’edificio del Kendo Roma.
Da Presidente del club voglio ringraziare e fare i miei complimenti a tutti coloro che hanno partecipato a questa trasferta; anche a chi è venuto solo come accompagnatore per dare una mano laddóve necessario, tipo il nostro decano Marco Vitali; ai due atleti che sono arrivati a medaglia; ma, soprattutto, a chi, presente o meno questo fine settimana a Modena, si allena con costanza e impegno nei nostri dojo, perché è grazie a loro che il club migliora e si arriva anche a vincere delle medaglie. La spina dorsale del Kendo Roma sono gli uomini e le donne che lo compongono, non sempre praticanti forti o navigati, ma assidui e dediti alla ricerca del miglioramento continuo. E il merito di queste medaglie è sia loro che di chi le ha materialmente conseguite: EX UNITATE VIRES.
Maurizio Ricci
Presidente Kendo Roma