Cenni storici
Lo Iaido è, per definizione, l’arte di estrarre la spada. Originaria dell’antico Giappone, quest’arte marziale ha un forte legame con la filosofia Zen e deriva dalle tradizionali tecniche di combattimento utilizzate dalla casta militare dei bushi, noti soprattutto come samurai.
Il primo ideogramma: I, da iru, significa: essere presente.
Il secondo: AI, da awaseru significa: unire.
Il terzo: Dō è la via, il percorso spirituale verso il perfezionamento psicofisico.
Iaido è dunque la via che permette di ricercare il massimo equilibrio possibile tra tecnica e coordinazione mentale e fisica, al fine di raggiungere una armonica unione con se stessi, il termine Iaido si può tradurre infatti come “Via dell’unione dell’Essere”.
La pratica dello Iaido si basa sullo studio dei kata, ovvero forme codificate di combattimento, attraverso lo strumento dello iaito, una riproduzione in lega di alluminio e zinco della tradizionale katana giapponese. Generalmente i duelli tra samurai si concludevano in pochissimi scambi, spesso addirittura dopo una sola estrazione e successivo taglio. Questo è un aspetto centrale nello studio dello Iaido, che si focalizza infatti proprio sull’estrazione, con kata brevi che richiedono molta abilità e tecnica.
Lo Iaido è stato a lungo una pratica di combattimento, prima di diventare, al giorno d’oggi, un viaggio interiore. Il vero Iaido può definirsi oggi più come uno stato d’animo, che una tecnica, in cui un gesto preciso e immutabile (kata), ricerca un utilizzo totale di energia (ki) in chi lo esegue.
Uno dei concetti fondamentali sui quali si basa la pratica dello Iaido è la ricerca della perfezione nei gesti e nei movimenti. Non c’è nello Iaido un avversario da affrontare fisicamente, tutto è intenzione e concentrazione, quindi tutto risiede nel gesto.