Cenni storici
Esistevano molte scuole per tutto il Giappone che studiavano differenti metodi di utilizzare la lancia e le varie tecniche da combattimento. La vera lancia giapponese era generalmente chiamata yari. Il secondo tipo di lancia giapponese, ma più simile ad un’alabarda, è rappresentato dalla naginata, la cui traduzione letterale significa “lunga spada”. La lama della naginata era quella di una spada, e non come nel caso dell’alabarda quella di un’ascia. Quest’arma divenne famosa per la sua enorme versatilità e per il vastissimo numero di scuole che si dedicarono allo studio e alle applicazioni di questa arma nel combattimento e nella guerra.
Nel Giappone feudale le donne dovevano imparare a sopperire i momenti di mancanza del marito e del signore imparando ad utilizzare al meglio quest’arma prima dei diciotto anni. Lo sviluppo maggiore relativo a questo tipo di lance si ebbe sotto il profilo tecnico; le lame e le punte di tali strumenti subirono un’enorme evoluzione negli anni e cominciarono a diversificarsi sino a raggiungere una vastissima serie di forme differenti. Anche durante gli anni centrali del Giappone feudale, quando la spada prese il sopravvento, la lancia continuò ad essere usata nelle cerimonie, il naginata-jutsu e il sōjutsu continuarono ad essere insegnati nelle scuole di tutto il Giappone e l’arte si sviluppò sino a raggiungere il livello di un dō, un percorso di crescita spirituale e mentale.
In tempi moderni, parimenti al kendo, allo iaido e al jodo, la naginata è stata codificata, nel 1955, ad opera di un’associazione, la Zen Nihon Naginata Renmei, che ne creò le basi (Kihon), i kata, e i regolamenti. In Italia rientra tra le discipline gestite dalla CIK (Confederazione Italiana Kendo).